Dopo gli orecchini, un must che non deve mancare ad una perfetta camperista è la collana.
Rappresenta spesso un ricordo di una località o di un viaggio e finisce per essere un momento in cui la mente corre alle vacanze oppure un motivo per amarsi di più dopo un complimento. Anche in questo caso l’aiuto arriva da Monica, che non esce mai di casa senza che il suo collo sia impreziosito. Alla voce ” collana” il vocabolario Treccani della lingua italiana recita: ornamento da portare intorno al collo, in forma simile a catena, o costituito da uno o più fili che raccolgono elementi sferici o d’altra forma, o anche da una lamina circolare rigida.
Questa definizione è però estremamente riduttiva per tutte quelle donne che da bambine si sono divertite a giocare con le collane di mamme, nonne e zie, estraendole con infinta gioia dai cassetti del comò o dai portagioie, come se fossero tesori preziosi conservati nei forzieri dei pirati e nei castelli della regina. Chi non ricorda la magia che accompagnava quei momenti unici? Infilare al collo una sequenza di biglie colorate, come quelle con cui i maschietti giocavano in spiaggia e in cortile, aveva il potere di trasformarti in un battibaleno in un’ affascinante principessa e il più scialbo dei vestitini diventava magicamente un abito da sera. Quando ero a casa della nonna, trascorrevo interi pomeriggi a tirar fuori dalle scatoline le sue collane: le osservavo attentamente, le accarezzavo, le provavo e le riprovavo e infine le immaginavo addosso a me adulta, quando finalmente la nonna me le avrebbe donate ed io avrei ottenuto il tanto agognato permesso di indossarle anche al di fuori della quattro mura di casa. Tutti ne avrebbero ammirato la bellezza e il fascino che mi avrebbero conferito: le porte del mondo si sarebbero spalancate davanti a me e al mio collo adorno. Forse non ci crederete, ma le ho conservate tutte: qualcuna l’ho indossata e la indosso tutt’ora, qualcun’altra la tengo come talismano. Adesso che il rito si ripete identico con le mie nipoti, sono io a concedere di indossare quei fili magici e a mostrare le scatoline che custodiscono le collane più preziose, sicura di regalare loro attimi che ricorderanno con gioia in futuro, così come è stato per me. Alla prossima occasione, voglio far loro confezionare una collana speciale, con la pasta tostata in forno, colorata e poi infilata a comporre un gioiello unico: sono sicura che trascorreremo un pomeriggio piacevolissimo. Da adulta ho provato un sottile ed incommensurabile piacere tutte le volte in cui ho avuto l’occasione di immergere le mani in ceste o scatole stracolme di perline alla ricerca delle sfere perfette per la mia collana. Vi assicuro che la sensazione è unica e l’operazione rilassante. A volte ho poi effettivamente realizzato collane, altre volte le perline sono rimaste nei sacchettini e ancora aspettano pazientemente il giorno in cui troverò il tempo e l’ispirazione per realizzare il mio monile. Del resto, ci sono numerosi artisti ed artigiani che realizzano splendide ed originali collane con i materiali più svariati (stoffa, vetro, legno, plastica, pietre semipreziose, metalli, ceramica,materiali da recupero) e a volte è estremamente gratificante farsi un regalo.Nel portagioie di una donna di mondo non possono mancare: l’intramontabile filo di perle (vere o coltivate per le più appassionate, ma anche finte vanno altrettanto bene, purché si tratti di una bigiotteria di classe) rappresenta un jolly per tutte le occasioni; qualche collana in legno o semi per le giornate in cui ci sentiamo più etniche; una collana in corallo o turchese (vanno bene anche se sono pasta di corallo e di turchese e il prezzo è decisamente più abbordabile) che fa subito estate e con l’abbronzatura risalta magnificamente; una catenina in argento, morbida o rigida, in cui sia possibile infilare i vari ciondoli; una collana in vetro soffiato (che venga direttamente dagli artigiani veneziani o dal altre fornaci non ha importanza) perché la magia e i colori del vetro sono unici.
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