Due settimane in Puglia da nord a sud con il camper, la caravan o la tenda
Un nuovo itinerario, questa volta di 15 giorni, per conoscere e visitare una delle regioni dell’Italia: la Puglia. Terra ricca di tradizione, enogastronomia, storia, dove i due mari Adriatico e Ionio si congiungono e dove il sole sorge per primo in Italia. Inizieremo l’itinerario dalla provincia più a nord: Foggia per concludere con il Salento.
Durata : 15 giorni, da Peschici a Gallipoli
Km percorsi: 500
Adatto a tutta la famiglia e gli amanti della buona tavola.
Animali ammessi in ogni struttura
Cosa portare: scarpe comode. costume da bagno e maschera con boccaglio!
Quando? ideale primavera, estate e autunno
In tenda, con la caravan o con il camper, vi porto a visitare una delle regioni più ampie dell’Italia, la Puglia. D’altronde basta pensare che da nord a sud della regione ci passano quasi 500 km, quanti si percorrono da Torino per andare a Padova, solo che in questo caso attraversate 3 regioni. Con questo itinerario conoscerete luoghi e farete esperienze, diverse dal comune viaggiare. Assaggerete la vera cucina pugliese e vivrete l’entroterra lontano dai riflettori del turismo di massa. Il tutto ovviamente con l’amico 4 zampe al seguito.
TAPPA 1: IL GARGANO
Il Gargano, ricco di aree marine protette e di natura incontaminata è la prima tappa di questo itinerario. Viene chiamato, lo sperone d’Italia ed è un promontorio montuoso che supera di poco i 1000 metri sul livello del mare. Esteso su circa 2100 kmq di cui circa 110 sono rappresentati dai laghi costieri di Lesina e Varano. Qui vi poterò per quattro giorni a scoprire la tradizione, la religione e la natura in barca e a piedi. Ovviamente portatevi sempre un paio di scarpe comode, un paio di bermuda, maglietta e il costume in borsa!
Dove sostare con il camper, caravan o tenda?
Area Camping Isola Bella (Rodi Garganico FG)
Cosa fare e visitare quattro giorni in Gargano
- Un giorno alle Isole Tremiti in barca. Partendo dal porto di Peschici, attraverso specifiche imbarcazioni, vi suggerisco di visitare le aree marine protette delle splendide Isole Tremiti. Due sono le raccomandazioni fondamentali: sulle Isole Tremiti non sono ammesse auto (le uniche sono quelle dei residenti) e non c’è acqua, quindi portatevi almeno una bottiglia di acqua per le vostre necessità. Il tragitto per raggiungerle in barca, dura un’ora e mezza e il ritorno nella stessa giornata è alle ore 17,30 (approfittate a quel punto che godervi Peschici al tramonto e magari cenare in un dei ristoranti del centro storico). Le isole Tremiti rappresentano l’unico arcipelago italiano composto da quattro piccole isole, nel basso Adriatico e fanno parte del Parco nazionale del Gargano. Vi conquisteranno per il mare incontaminato e ricco di fauna, ideale per chi ama fare immersioni. Conosciute sin dall’antichità come “isole Diomedee”, sono legate alla leggenda del mitico eroe greco Diomede , che approda sulle coste del Gargano e sceglie queste terre come sua dimora sino ad esserne sepolto. Alla sua more, la dea dell’amore Afrodite trasformò i suoi compagni in procellarie perché continuassero a lamentare la perdita del loro signore e ne vegliassero la tomba. Oggi è ancora possibile ascoltare il singolare verso di questi uccelli marini, che sono berte maggiori (Calonectris diomedea), sull’isola di San Domino che è proprio il primo approdo con la barca quando arrivate. Rappresenta l’unico centro abitato e il porticciolo è nel punto in cui l’isola fronteggia l’altro isolotto quello di San Nicola (le due isole distano meno di 200 metri). San Domino è ricoperta da una fitta pineta d’Aleppo e da una rigogliosa macchia mediterranea. L’isola ha una sola spiaggia di sabbia, cala delle Arene mentre parecchie cavità naturali da visitare, come la Grotta del Bue Marino, profonda 70 metri che deve il nome dalle foche monache che qui sostavano, la Grotta delle Viole, il cui nome deriva dalla colorazione rosso violacea delle alghe calcaree che tappezzano le pareti sommerse della stessa, la Grotta del Coccodrillo e quella delle “Rondinelle” . La seconda isola da visitare, è San Nicola che costituisce il centro storico ed amministrativo dell’arcipelago. Qui vi suggerisco di vedere l’Abbazia di Santa Maria a Mare, con la cinta muraria ancora intatta. Per ampiezza è l’Abbazia più grande del Mediterraneo. Proseguite con l’isola di Capraia è situata a nord dell’isola di san Nicola dove la natura vive in modo incontaminato, perche l’isola è disabitata e non è possibile sbarcarci. Molte escursioni però fermano a pochi metri dalle sue rive perché qui si trova una statua sommersa di Padre Pio, oggi San Pio e le acque, limpide e pulitissime, invitano sempre al bagno. Infine merita di essere visto anche lo scoglio di Cretaccio, che vi catturerà per il suo colore giallastro dovuto alla natura argillosa del terreno.
- In sella nel Parco Nazionale del Gargano in mezzo alla Foresta Umbra. Il Gargano è un promontorio ammantato da foreste costiere di pini e lecci e da coltivazioni di mandorli, aranci e ulivi. La costa bassa e sabbiosa nel tratto a nord presenta alte falesie calcaree che si aprono in calette di sabbia finissima. L’interno è in gran parte coperto dalla vegetazione della Foresta Umbra che fascia il promontorio con faggi e pini e che potrebbe essere una valida alternativa, alle calde giornate estive, per trascorrere qualche ora al fresco o fare un picnic nelle aree consentite.
Alcune zone sono interdette alle auto e altre hanno meno restrizioni per far si che possiate trascorrere una giornata all’aperto con la bici e tutta la famiglia. Nel Parco partono anche i sentieri per praticare, trekking o per percorrere sentieri in bicicletta o ancora arrampicarsi su una parete naturale. Molti percorsi sono presenti nel sito ufficiale e sono adatti a tutta la famiglia. Ad esempio una delle passeggiate più belle, è quella che porta alle curiose tre croci che dominano un panorama mozzafiato sul lago di Varano. Io vi suggerisco di fare qualche Punto Panoramicocome Manfredonia, il Bosco Parlante o Monte Sant’angelo.
3. San Giovanni Rotondo. Il Gargano è terra anche di fede e di storia. A San Giovanni Rotondo trovate la Chiesa di san Pio da Pietrelcina. E’ un luogo dove la fede e la devozione, traspirano in ogni angolo del edificio. Voluto dai frati Minori Cappuccini confratelli di padre Pio e dai suoi numerosi devoti, per poter al meglio accogliere le reliquie del santo e allo stesso tempo dare dignità alle celebrazione eucaristiche, la Chiesa è frutto del lavoro del famoso architetto Renzo Piano, affiancato da Mons. Crispino Valenziano, che ne cura l’aspetto liturgico. Di sicuro interesse da visitare la Cripta e la Cella del Santo, la Chiesa Antica, la Via Crucis alle pendici del Monte Castellano e la Casa Sollievo della Sofferenza.
4.Vieste e Peschici. Sono le due perle del Gargano che meritano una visita di un giorno. Mattino a Vieste e pomeriggio a Peschici vivendo anche movida della sera. Vieste vi catturerà per il suo cuore storico. Comunemente chiamato “Vieste Vecchia”, sorge compatto su un roccione dominante il mare che si estende dalla spiaggia del castello a quella della “marina piccola” attraversando la sottile lingua di terra detta “punta San Francesco”. Il borgo antico, di origine medioevale si è conservato quasi intatto con viuzze irregolari, le piazzette/belvedere (aperte alla vista del mare) e le case a schiera con piccoli ballatoi/balconcocini (mignali) e arcate. Vi suggerisco di fermarvi nel “rione Ripa” perché lo spettacolo è unico: un incredibile contrasto tra l’immensità del mare e la cittadina antica che lo domina affacciandosi a strapiombo. Peschici, ubicata al centro tra Vico del Gargano a Ovest e Vieste ad Est, è famosa soprattutto per le tante spiagge sia di origine sabbiosa che rocciosa (da non perdere la spiaggia di Zaiana o la baia di Manaccora), per la qualità del cibo e per la sua movida serale. Iniziando dal centro storico che è una vera e propria bomboniera, un dedalo di stradine molto strette tra torri e mura fortificate ed il famoso castello. Qui trovate molte attività commerciali e artigianato locale ed è perfetto per una passeggiata dopo cena con tutta la famiglia. Il Castello Medioevale è situato sopra ad una roccia a strapiombo sul mare e quindi in una posizione strepitosa e la una vista da togliere il fiato. All’interno trovate il Museo e spesso si svolgono mostre o eventi. .
Cosa mettere in dispensa della caravan o del camper
Non dici Puglia se non dici Tarallo! Ne trovate di diverse forme, dolci,salati,aromatizzati e non . Ottime anche le confetture, le ostie ripiene, i biscotti e soprattutto il miele. In centro a Peschici potrete trovare molti negozi dove poter acquistare queste specialità ed il miele e ottimo olio extravergine.
Cosa ordinare a tavola
Tutta la costa del Gargano è piena rocce a picco sul mare e su queste rocce è possibile trovare i Trabucchi, ovvero antiche strutture fatte con pali di legno che si intrecciano a fili e carrucole utilissime, per la pesca. Alcuni trabucchi abbandonati sono stati trasformati in ottimi ristoranti dove degustare la cucina tipica locale fatta di prodotti di eccellenza e genuinità. Qui a parere personale, la qualità dell’olio, delle olive, del pane e del pesce fresco è superiore a tante altre località. Si possono gustare sia prodotti dell’entroterra come formaggi, olive, sia quelli del mare come seppie e cozze. A tavola vi suggerisco di assaggiare le Bruschette, enormi fette di pane con pomodori tagliati piccoli, alici, olive e ottimo olio di oliva, la Pepata di Cozze che non ha nulla a che vedere con quella partenopea, perché è fatta con pomodori tagliuzzati, aglio, cipolle, viene servita in tegami di terracotta e va mangiata ancora calda. Proseguite con un tris classico del territorio: la Paposcia, il Caciocavallo Podolico alla piastra e la Seppia . La prima ha origini antichissime e viene preparata con lievito madre e cotta su pietra e farcita con capperi, alici, scarole e olio d’oliva del Gargano. Il secondo è un particolare caciocavallo che viene ricavato dal latte delle vacche podoliche che si trovano in alcune aree interne del Sud Italia. Il caciocavallo viene servito alla brace in piccole terrine o anche su piatto o tegame in legno. La Seppia invece che sia ripiena o alla brace o anche solo il sugo con cui condire la pasta, merita un assaggio sempre! E per finire tra i dolci tipici della tradizione ci sono le Cartellate che vengono preparate con pasta sfoglia arrotolata ripiena e ricoperta di mandorle, miele e vin cotto e i taralli sia dolci che salati con abbondanti mandorle. E ora dove mi sono trovato bene a tavola. Ristorante da Antonio sulla Baia di Manaccora La sua posizione è per una cena romantica o per chi ama avere il mare davanti: sei praticamente sulla spiaggia. Al trabucco da Mimì: un luogo pieno di tradizione e poichè non è molto grande vi consiglio di chiamare prima e magari prenotare. Impagabile il tramonto sulla Punta di San Nicola da godersi seduti a tavola degustando un piatto di pesce.
TAPPA 2: PESCHICI- BARI 200 km: “perchè se Parigi avesse il mare, sarebbe una piccola Bari”
Bari insieme a Palermo e Napoli, è una delle tre città del sud Italia più “commerciali”. Capoluogo della Puglia, porto principale dell’Adriatico tanto da essere l’anello di congiunzione tra ovest e est. Chi come me ha superato gli anta, ricorda molto ben quando all’inizio degli anni ’90 ci fu l’accoglienza di decine di migliaia di albanesi in fuga dal proprio paese. Oggi ha un volto nuovo, in particolar modo il porto e il centro storico. Ecco cosa vi suggerisco di non perdere se vi fermate quattro giorni a Bari e dove sostare con il camper, caravan o tenda.
Dove sostare con il camper, caravan o tenda?
Ci sono diversi parcheggi attrezzati. Eccone alcuni: http://parkingsantafara.com/ e Parcheggio Pinguino
Un’area attrezzata: ubicata in Via Giovanni Gentile 84; tel. 3471386088, 3477270705, [email protected].
Camping La Batteria aperto da maggio a ottobre è ubicato presso la Panoramica Umberto Paternostro, 16/18, 76011 Bisceglie BT. Il campeggio dispone di 45 piazzole e 2 grandi caseggiati ( ex foresterie militari) che sono stati ristrutturati e trasformati in monolocali e bilocali. Due sono gli accessi diretti al mare a cui accedere a diversi servizi come il noleggio canoe, tavole da surf, ombrellone e sdraio. Inoltre c’è a disposizione anche la piscina, ristorante, bar, area giochi e il WIFI gratuito
Cosa vedere e cosa fare a Bari e provincia per due giorni
- La prima opzione è il cuore storico della città, chiamato Barivecchia che ha dismesso i panni di fortino della criminalità per trasformarsi nel regno della movida pugliese. Racchiuso tra i due porti cittadini , quando ci cammino mi sembra di entrare a casa delle persone: ogni volta mi fermo a parlare con qualche nonna a scambiarci i segreti per fare le orecchiette a mano. Non è difficile trovare, panetterie dove comprare i veri taralli o enoteche dove comprare il vino. dal punto di vista storico e architettonico vi consiglio di non perdervi la Basilica di San Nicola (patrono della città), la Cattedrale di San Sabino e il Castello Normanno-Svevo. Non meno iperdibile è il famoso Teatro Petruzzelli che nel 1991 fu oggetto di un devastante incendio doloso, che ha distrutto buona parte della struttura. Dal 2009, però, il teatro ha ripreso la sua attività e il posto che gli compete nel “cuore” della città. “Se Parigi avesse il mar sarebbe una piccola Bar” è il detto che in modo ironico si associa Parigi a Bari e il mare come differenza e allora scopriamolo questo mare nel secondo giorno. Attraverso il “lungomare” di Bari. Innanzi tutto è piuttosto “lungo” da percorrere a piedi, quindi magari trascorreteci due serate Una nella zona Imperatore Augusto che circonda tutta la zona di Barivecchia, oppure il lungomare Nazario Lauro con partenza dalla mitica “Pane e Pomodoro” la spiaggia dei baresi. Vi troverete molte testimonianze storiche dei romani, sino al più recente periodo fascista. Dal lungomare, arrivate al Molo San Nicola, dove ogni giorno (mare permettendo) ci sono i pescatori che vendono seppie, polpi, aragoste, ricci di mare e cozze. Infine, visto le mie origini, non posso che invitarvi a mangiare le orecchiette. Ce ne sono di tanti tipi e condite in modo altrettanto differente. C’è un modo che però supera più di tutti: le orecchiette strascinate con le cime di rape. La strada delle orecchiette per antonomasia è Via Arco Basso poco distante dal Castello Normanno-Svevo nel cuore della di Barivecchia.
- Trani e l’alta Murgia. Trani che dista 43 km da Bari, affaccia sull’Adriatico con l’eleganza di un anfiteatro di pietra chiara e la cattedrale si San Nicola, incastonati come gemme nel porto cittadino. E’ una città che potrei affiancare a Salerno per eleganza e ordine. Iniziate la visita dalla Cattedrale di San Nicola Pellegrino, tesoro romanico sospeso sul mare, più alta rispetto agli altri edifici religiosi della regione mi ha letteralmente conquistato per il ricco interno decorato. Guardate il video di Pugliabnb e capite di cosa sto parlando. All’interno della Cattedrale ci sono anche due cripte (San Nicola e Santa Maria) e l’ipogeo di San Leucio. Usciti dalla cattedrale, trovate il Castello Svevo, un fortino commissionato da Federico II, ma soprattutto dirigetevi vero il quartiere ebraico della Giudecca. Molto pittoresco perdersi tra le vie circondati da antiche sinagoghe e botteghe artigianali. La sera non potete dedicarla che non al porto. Delimitato tra il molo di Santa Lucia e quello di Sant’Antonio, è il cuore della movida notturna nonché l’anima commerciale della cittadina. Molto elegante, pulito e accogliente il porto merita una sosta al tramonto o alla sera: vi consiglio o un aperitivo o una cena in uno dei tanti locali presenti. Io vi consiglio Ristorante Gallo oppure l’osteria La Banchina.
Cosa mettere nella dispensa del camper o della caravan?
Fate spazio in frigo, liberate bene la zona formaggi e sostate al Caseificio Olanda ad Andria. Qui troverete mozzarelle, ricotta, caciotte, ma quello che non dovete farvi scappare sono gli “speciali“: burrata al tartufo, sfoglia di latte, primo sale e cacciottine speziate. Tutta la produzione è propria e merita di essere visitato anche il caseificio. Per le “orecchiette”, basta recarsi in Via Arco Basso (in Barivecchia) e acquistare in qualsiasi punto dove trovare la pasta fresca fatta a mano.
Cosa ordinare a tavola?
Se vi sedete a tavola in provincia di Bari, scordatevi la dieta, ogni piatto merita di essere assaggiato e gustato sino alla fine. Si inizia dal classico Patate riso e cozze, ovvero, la “tiella”: uno strato di patate, uno di cozze, uno di riso e a chiudere, un altro di patate e se trovate le zucchine, non preoccupatevi è siete in piena diatriba barese, se ci vogliano le zucchine o meno. Restate in tema di primi per uno dei cavalli di battaglia le Orecchiette con le cime rape e sia chiaro, con le cime di rapa non con le foglie di rapa. Proseguite con fave e cicorie che nella loro semplicità, rappresentano appieno il sapore della terra pugliese. Ora che avete spezzato il pranzo è ora i attaccare con il secondo, le Brasciole (o braciole), cotte nel ragù ristretto per ore ore e ore. solitamente sono presenti nel pranzo della domenica. Se non amate la carne buttatevi sulle cozze ripiene, rigorosamente di pane. Vederle chiudere con il filo di cotone bianco e poi toglierlo tutto inzuppato di sugo insieme alle orecchiette sono uno dei ricordi gastronomici più belli della mia infanzia. E infine non fatevi scappare l’occasione di assaggiare i lampascioni che non sono nè un lampone, nè una cipolla. Si mangiamo lessi e conditi con olio, sale e pepe. Il top dei top è trovarli impastellati e fritti.
TAPPA 2: BARI – Alberobello, Polignano al Mare e Ostuni, 150 km.
Spostatevi di circa a sud di Bari sino ad arrivare nella provincia di Brindisi, per visitare in tre giorni, tre perle che meritano di essere visitate: Alberobello, Polignano a mare e Ostuni. Imperativo su tutte e tre le località è contattare Pasquale Benedetto che vi porterà in giro con un servizio navetta dedicato e economico e, svuotare la memoria del cellulare, perché non smetterete di scattare fotografie in ogni momento della giornata.
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Alberobello con i suoi Trulli è uno dei 54 siti italiani inseriti dall’Unesco nella World Heritage List. Il nome del paese deriva dal tardo greco τρούλος, ovvero “cupola” che indica le antiche costruzioni coniche in pietra /i Trulli) ricavate dalle rocce calcaree dell’altopiano delle Murge. I Trulli, presenti principalmente nella Valle d’Itria a cavallo tra Brindisi, Bari e Taranto, sono utilizzati ancora oggi come abitazioni e costituiscono un geniale esempio di architettura spontanea. Alberobello è senza dubbio la capitale dei Trulli: il suo centro storico è completamente costituito dai trulli risalenti alla metà del XIV secolo quando pare che la costruzione a secco, senza malta, sia stata imposta ai contadini nel XV secolo dai Conti di Conversano, per sfuggire a un editto del Regno di Napoli che imponeva tributi a ogni nuovo insediamento urbano. Questi edifici di forma piramidale, risultavano perciò costruzioni precarie, di facile demolizione e non tassabili. Nella realtà i trulli sono tutt’altro che precari: la struttura quasi circolare, poggia sulla base di roccia naturale e seppur priva di elementi di sostegno e collegamento, possiede infatti una straordinaria capacità statica. Lo spessore delle mura poi, insieme alla scarsa presenza di finestre, assicurano un ottimo isolamento termico. Per visitarli all’interno vi consiglio di andare nel rione Aia che è forse l’angolo più caratteristico e tranquillo della città: per molti versi ancora abitato da cittadini alberobellesi ed fuori dal circuito dei bazar del rione Monti. Qui non è difficile che qualche proprietario vi faccia vedere l’interno del Trullo. Un’altra sosta che dovete assolutamente fare è visitare il Trullo Sovrano. Vicino alla Chiesa dei Santi Medici Cosma e Damiano, è un museo ed è la più grande rappresentazione di quella che è la tecnica costruttiva del trullo.
L’unico trullo a svilupparsi su due piani, con una cupola alta 14 metri, il frontone triangolare del prospetto si eleva fino al primo piano che si raggiunge attraverso una scalinata ricavata in uno dei muri portanti. Il museo è visitabile durante i seguenti orari: ore 10.00 – 18.30 Biglietti Ordinario: € 1,50 Ridotto (ragazzi fino a 12 anni): € 1. Dove sostare con il camper, la caravan o la tenda? Presso Area sosta Alberobello davvero molto comoda per visitare al cittadina.
- Lasciato Alberobello, dirigetevi verso la costa in direzione Monopoli, per arrivare a Polignano a Mare. Storicamente raggiunse il suo splendore durante il periodo romano, quando divenne nucleo per lo smistamento dei traffici sulla tratta Brindisi-Roma. Ma fu con l’avvento dei normanni che la fama e il prestigio di Polignano crebbero ancora di più, grazie alla presenza dei monaci benedettini che la resero una zona non più di passaggio ma nevralgica per concludere affari e dove cercare riparo e riposo. Il passaggio sotto la Repubblica di Venezia è visibile ancora oggi grazie alla presenza del Palazzo dei Dogi. La cittadina si divide oggi in due zone con il nucleo più antico che sorge su una roccia a strapiombo sul mare. Quindi armatevi di costume, maschera e boccaglio e anche un paio di scarpe comode per camminare. Con il camper vi suggerisco di contattare Pasquale Benedetto detto Paco (cell 3403777652) che con un servizio di navetta (molto economico) vi farà visitare oltre Polignano, anche Monopoli e Ostuni, la prossima tappa.
- Ostuni, la Città Bianca del Salento. La cittadina, deve il suo soprannome perché il centro storico un tempo era completamente dipinto con calce bianca. Siamo nella provincia di Brindisi a 200 metri sul livello del mare, alle porte del Salento. Ancora oggi gran parte delle abitazioni soprattutto del centro storico che viene chiamato La Terra, sono di colore bianco. La ragione di questo è perché Ostuni in passato fu più volte colpita dalla peste e per igienizzarla, si ricoprivano i muri con la calce . Vi perderete nel groviglio di stradine tortuose, di piazzette, vicoli e corti. La parte inferiore del borgo è circondato dall’antica cinta muraria che offre le uniche due entrate della città rimaste integre: Porta Nova e Porta San Demetrio. Sulla sommità del colle si ergono la quattrocentesca Cattedrale di Ostuni con il suo grande rosone a 24 raggi, il Palazzo Vescovile e il vecchio Seminario. Lasciato il centro abitato, con l’autobus sposatevi sul litorale lungo i 17 chilometri. Si tratta di un meraviglioso gioco di colori, in cui troverete lunghe spiagge con dune coperte da macchia mediterranea e un alternarsi di calette sabbiose e costa rocciosa. Per sostare con il camper, vi suggerisco Lido Tavernese, un angolo di tranquillità a UN METRO dal mare. Si avete capito bene, se amate dondolarvi sull’amaca con il suono delle onde, oppure addormentarvi con il profumo della salsedine, questa sosta è dedicata a voi.
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Cosa mangiare a tavola?
Se vi fermate a pranzo ad Alberobello, fate sosta a L’Aratro e se riuscite sedetevi in terrazza. Da qui vedrete i campanili e la forma conica dei trulli e fatevi servire gli antipasti tipici della cucina pugliese come i taglieri di salumi, primi di pasta fresca con fagioli e cozze tarantine, il ragù con pancetta di maiale e prelibati secondi di carne o pesce. E poi non perdetevi la Puccia! Un tripudio di morbidezza con diverse farciture: salato o dolce e vi suggerisco, La Casa della Focaccia in Via Monte S. Gabriele, 8, Alberobello. Chiedete di SILVANA! Una garanzia!! A Polignano a Mare invece il pesce sarà il re della tavola. Da potete scegliere dall’esposizione di pesce sul banco, ovvero il pescato del giorno, gamberoni, calamari, triglie e tranci di tonno. Io vi suggerisco di cenare a Casa Mia e di non farvi sfuggire i paccheri e gli antipasti sia caldi sia freddi. Sono da urlo!!! Per il dopo cena gustatevi il Caffè Speciale in centro al Paese. Infine Ostuni, dove la terra si unisce al mare con tanto pesce fresco, ma anche verdure, formaggi, olio e vino. Da assaggiare assolutamente le alici arracanate, la ‘ncaprata, un piatto povero a base di crema di fave con aggiunta di cicoria e cime di rapa, la frittata alla menta, le brasciole, involtini di fettine di carne con ripieno di prosciutto, prezzemolo e pecorino gratinato. Io vi suggerisco Osteria Monacelle situata nel cuore di Ostuni, accanto al museo della civiltà preclassica, è un luogo dove trovate la cucina a vista e tutto si svolge li sotto i vostri occhi. Pane e pasta fatti a mano.
Tappa 3: Ostuni e il Salento 150 km
Santa Maria di Leuca, Otranto e Gallipoli in camper. Gli ultimi quattro giorni di questo itinerario per visitare il Salento e le sue perle, ma anche per vivere le tradizioni locali e il meraviglioso mare.
Dove sostare in camper?
AgriCampeggio e Glamping Torre Sabea ubicato a Litoranea per Santa Maria al Bagno, SP108, 73014 Gallipoli. Ideale per tutta la famiglia e per ogni tipo di veicolo e ovviamente anche le tende. Gli animali sono i benvenuti e trovate un sacco di servizi, tra cui anche la navetta.
Area Sosta: La sosta – Gallipoli. Area attrezzata con videosorveglianza e custode, dotata di tutti i servizi per camperisti, quali panchine, raccolta rifiuti, illuminazione, pozzetto per lo scarico di acque grigie e nere e per il carico dell’acqua potabile, servizi igienici, barbecue, tavoli per pic-nic nella pineta, wi-fi ed altro ancora.
- Gallipoli, Santa Maria di Leuca e Otranto. Gallipoli, nota anche come la Perla dello Ionio dal nome del meraviglioso mare su cui protende, si sviluppa in due parti, il borgo, più moderno e il centro storico, delizioso e ricco di arte e cultura.Quest’ultimo si caratterizza per le sue viuzze strette e tortuose, pullulanti di chiese e di antichi edifici storici, civili e militari, appartenenti a diverse epoche culturali. La caratteristica che rende unico e stupefacente il centro storico è che si estende su un piccolo e grazioso isolotto completamente circondato dal mare limpido e cristallino del Salento e collegato alla parte nuova della città da un ponte pullulante di vita. Una cinta bastionata, lunga circa un chilometro e mezzo, circonda interamente il centro storico. Eretta dopo l’eccidio di Otranto da parte dei Turchi, avvenuto nel 1480, la cinta bastionata aveva il compito di proteggere e difendere la città proprio dagli attacchi e dalle invasioni nemiche. A resistere negli anni è stata solo la parte bassa della cinta, mentre quella alta è stata demolita tra il 1879 e il 1887, per dar luogo alla strada panoramica chiamata la Riviera. Questa permette di costeggiare la parte antica passeggiando e ammirando panorami belli da mozzare il fiato. La seconda tappa va fatta al Ponte. La storia del ponte di Gallipoli risale al 1484, quando la Città Bella passò in mano ai Veneziani, che per difenderla dagli attacchi nemici decisero di tagliare l’istmo, ovvero il lembo di terra che univa il borgo antico alla parte nuova della città, sorta solo successivamente. Infine una sosta va fatta al Rivellino di Gallipoli che fu concepito alla fine del ‘400 dall’architetto, ingegnere e scultore senese Francesco di Giorgio Martini a cui il Duca di Calabria aveva affidato l’incarico di riprogettare il sistema di difesa del Regno del Salento meridionale. Particolarmente suggestivo durante le serate estive, quando ospita manifestazioni culturali e proiezioni cinematografiche, il Rivellino è una fortificazione munita di torre eretta all’esterno del Castello di Gallipoli per difenderlo dagli attacchi dei nemici e per proteggere l’entrata e l’uscita degli assediati dallo stesso. Lasciata Gallipoli, dirigetevi verso est e incontrate il punto più a est dell’Italia, ovvero Otranto. Protetta da spesse e possenti mura, le quali delimitano anche la zona pedonale permettendo di visitare tutta la zona centrale a piedi, senza il traffico delle automobili e godendosi i caratteristici negozietti di artigianato locale. Simbolo della cittadina è il maestoso Castello Aragonese. Costruito nel 1485 come fortezza di difesa per via della strategica posizione geografica tra Oriente e Occidente di Otranto, conserva ancora oggi il fossato, che un tempo ovviamente aveva scopi difensivi, mentre il ponte levatoio è andato perso. A testimonianza delle numerose battaglie, la Cattedrale d’Otranto conserva 800 crani appartenuti a quelle persone che nel 1480, non riuscirono a sfuggire alla furia dei turchi. Una flotta con più di 150 imbarcazioni e 18.000 soldati turchi attraccò proprio d’avanti ad Otranto dove la popolazione, formata da soli 6.000 abitanti, si dovette arrendere. Da questo fatto, ancora oggi c’è il detto conosciuto un po’ in tutta Italia: “Mamma li turchi!”. La Cattedrale la seconda tappa che vi suggerisco per la sua bellezza sia esterna e sia interna dove trovate l’Albero della vita e dove si possono distinguere nitidamente Adamo ed Eva, Re Artù e Alessandro Magno e una serie di animali fantastici. Insomma un vero e proprio libro di pietra ricco di allusioni allegoriche. Lasciata la Cattedrale perdetevi tra le viette del centro e cercare di scivolare al mare seguendo le indicazioni per la Baia dei Turchi. Ci vorrà pochissimo tempo per farti venire voglia di tuffarti in in un mare colore azzurro cristallino. Infine l’ultima perla che vi suggerisco di visitare è il punto dove il Mar Adriatico si incontra con il Mar Ionio: Santa Maria di Leuca. L’etimologia del nome Leukòs, ovvero bianco, indica una città bianca, luminosa e non ha a caso la pietra leccese degli edifici, il sole che splende instancabile, il mare che brilla testimoniano appunto bianco. Uno scrigno di storia, colori, spettacoli della natura e leggende che definiscono questa piccola frazione del comune di Castrignano del Capo (LE). I latini la definivamo Finibus Terrae, ovvero ai confini della terra per via della sua posizione perchè è il centro abitato situato più a Sud del Salento, l’ultimo punto dello stivale prima di affacciarsi nel Mediterraneo. A Leuca trovate tantissimi segni del passaggio di diverse cività; cretesi, fenici, greci che trovarono in questo posto il giusto scalo per i traffici marittimi tra Oriente e Occidente. Da qui deriva anche una leggenda, secondo cui il nome del luogo deriverebbe da una bellissima sirena, chiamata appunto “Leucasia”, che ammaliava i naviganti con dolci melodie. Vi suggerisco di non perdervi la spettacolo del punto d’incontro fra due mari: tra Punta Meliso e Punta Ristola, lo Ionio e l’Adriatico si baciano e si fondono mescolando le proprie acque. Prima di lasciare Leuca recatevi al Faro. Situato a pochi passi dalla piazza della Basilica Santa Maria de Finibus Terrae, il Faro di Leuca alto 102 metri, sovrasta la piccola cittadina e offre la possibilità di ammirare un panorama mozzafiato.
- Le serate Salentine. Un discorso a parte meritano le serate in Salento. Ci sono tantissimi appuntamenti a cominciare dalle Sagre come quella Municeddrha (10-12 agosto a Cannole), del Pesce fritto (18 agosto a Santa Maria di Leuca), del Pesce (14-16 luglio a Porto Cesareo) e come non citarvi la la celebre Notte della Taranta (solitamente ogni anno dopo il 20 agosto), quando la pizzica viene suonata ovunque regalando emozioni uniche d’altri tempi. E ancora, la costa salentina è ricca di lidi che di notte si trasformano, diventando delle vere e proprie discoteche all’aria aperta, come i lidi sulla costa adriatica compresa tra San Foca e Torre dell’Orso, nonché altri locali sulla costa ionica attorno a Gallipoli e a Torre San Giovanni. Ma su tutto un rito vi suggerisco di vivere: vedere sia l’alba sia il tramonto sul mare. Infatti esiste un aspetto della penisola salentina che è prerogativa solo di poche terre: grazie al fatto che tra la costa adriatica e quella ionica, ci si sposta in poco tempo, diventa così possibile vedere sia l’alba che il tramonto sul mare nello stesso giorno. Per la precisione: potrete vedere l’alba sbucare dal mare sulla parte ad EST (ad esempio ad Otranto, Torre dell’Orso, Castro) ed il tramonto sullo Ionio (ad esempio a Porto Cesareo, Gallipoli, Marine di Ugento).
- Due giorni di mare. Se amate il mare, i colori, i profumi, la costa tra Otranto e Santa Maria di Leuca, saprà soddisfarvi sia via terra percorrendo le strade SP87 e 358 e sia via mare, una visuale di gran lunga migliore della costa la otterrete visitandola direttamente via mare dove ammirerete tutti quegli anfratti, quelle calette e le piccole grotte che restano invece nascosti all’occhio se percorsi dalla strada costiera. Esistono numerose Compagnie che in ogni centro abitato da Otranto fino a Leuca si occupano dell’organizzazione di questi tour. Non dimenticate di portarvi il costume perchè se siete nel Salento d’estate, potete scegliere tra la spiaggia o la scogliera. Se preferite la spiaggia, il bagno va fatto nel mare che si affaccia sulle lunghe spiagge bianche di Pescoluse dove il mare scende molto lentamente su fondali trasparenti di sabbia bianca. Se invece preferite la scogliera, vi suggerisco una delle piscine naturali chiamata Marina Serra, un quartiere di Tricase oppure a Roca Vecchia presso le Grotte della Poesia.
Cosa mangiare a tavola e non solo.
Innanzi tutto la Frisa (o frisella), un particolare piatto freddo salentino: una sorta di ciambella di pane duro che va bagnata per alcuni secondi in acqua per farle acquisire il giusto grado di morbidezza. Poi va condito con olio extravergine d’oliva, origano, sale e pomodorini. Potete anche trovare delle varianti con mozzarella, tonno e capperi. Restando negli aperitivi, il Rustico leccese è perfetto. Un medaglione di sfoglia burrosa con ripieno di pomodoro, mozzarella e besciamella. A tavola degustatevi, Ciceri e tria, ovvero i ceci accompagnati da pasta sottile e fritta, oppure la Sagna ncannulata, pasta fatta in casa dalla tipica forma elicoidale e allungata. E’ perfetta se condita con pomodoro fresco, basilico e ricotta forte. Un omaggio alla tradizione e alla storia arriva dalla Scapece gallipolina. La storia di questo piatto affonda in radici antiche, agli assedi dei saraceni, per i quali era necessario rifornirsi di cibo che potesse conservarsi bene. I pescetti piccoli, sempre reperibili e numerosi, sono fritti e fatti marinare tra mollica di pane imbevuta di aceto e zafferano dentro le tipiche tinozze di legno chiamate calette. E poi come dolce il “pasticciotto” ad esempio, simbolo per eccellenza dei dolci salentini, va mangiato rigorosamente caldo, meglio se appena sfornato in Piazza Sant’Oronzo a Lecce, o sul lungomare di Otranto o Gallipoli. Sempre in luoghi all’aperto va degustato anche il caffè in ghiaccio (con latte di mandorla) una bevanda importata in Terra d’Otranto dalla Spagna valenciana all’inizio del XVII secolo. Io vi suggerisco questi luoghi dove mangiare tipicamente salentino: Sapori Salentini o la Pentola degli Gnomi a Gallipoli. Non meno interessante è la trattoria casereccia Le Zie a Lecce oppure la masseria Le Stanzie a Surpesano (Lecce)