Palazzo Gentilcore: dimora storica a Castellabate, che traspira di Cilento in ogni angolo, profumo e suono.
Avete presente il suono del vento, il profumo misto di salsedine e del bosco, il sapore del fico bianco e il colore verde-blu? No? Allora non conoscete il Cilento, quel tratto di costa dopo Salerno sino a Maratea. Un angolo nascosto alla massa, dove ho trovato una dimora storica che sa farvi vivere la Cilentanità alla quinta essenza. Si chiama Palazzo Gentilcore ed è situato alle porte dello storico borgo di Castellabate, nel cuore del Cilento. Edificato all’inizio nel XVIII sec., su una fabbrica del 1100, Palazzo Gentilcore fu dapprima adibito a dimora gentilizia della famiglia De Angelis, poi sede del Comune e della Pretura ed infine, albergo. Chiara Fontana e Giovanni Riccardi nel 2018, decidono di acquistare l’immobile e di ristrutturarlo con un obbiettivo: “…farne una “casa” in cui siamo felici di accogliere gli amici e i tanti viaggiatori alla ricerca di un’ospitalità informale e ricercata al tempo stesso“. In effetti, prima di arrivare a scrivere quest’articolo sono trascorsi due anni in cui almeno una decina di volte ho soggiornato, pranzato o anche solo trascorso un pomeriggio all’interno della dimora, senza sentirmi un cliente, ma dapprima un ospite ora uno di famiglia. Tra quadri di collezioni private e arredi di famiglia di Chiara e ricordi di viaggio e oggetti di design di Giovanni, sarete avvolti dal “bello” e da quel legame fortissimo che si è instaurato tra Chiara e Giovanni e questi luoghi, intrisi di arte, di storia e di cultura.
Tredici sono le camere, ampie e luminose e ognuna diversa dall’altra . Il loro nome è preso a prestito dalle varie località di Castellabate. La colazione, che nei giorni di sole viene servita nell’antico cortile, viene preparata con confetture e dolci fatti in casa, oltre che con i salumi ed i formaggi che ci forniscono i contadini del posto. Un’esperienza a parte merita Pancrazio, la Locanda Cilentana, ovvero il ristorante dove sotto una grande pergola di fichi, degustare una cucina di mare e di terra, con una particolarà unica: unire la tradizione cilentana del pranzo domenicale, con la ricerca tra le infinite risorse eno-gastronomiche del territorio. La sera al tramonto vi suggerisco di percorre a piedi il centro del borgo e di arrivare al belvedere: prendetevi tutto il tempo che il sole ha per scomparire nel mare e poi osservate i colori del cielo e del mare. Farete pace anche con il vostro demone più grosso.