Il campeggio libero in Italia, non sempre è ben visto, anzi spesso identificato come un forma di nomadismo. Nelle prossime righe vi suggerisco alcuni consigli sulla base della mia personale esperienza di campeggiatore
Diciamo subito che sosta libera, chiamata così in gergo è quella sosta con camper o caravan o tenda, fatta al di fuori delle strutture ricettive come Camping o aree attrezzate e viene praticata per differenti motivazioni. Vuoi perché non si trova posto e quindi “per una notte ci aggiustiamo“, vuoi per costi proibitivi del strutture in quel territorio oppure perché si ama molto la tranquillitá e la natura selvaggia. In tutti questi casi occorre avere rispetto del territorio e delle persone che vi abitano. Ci sará sempre qualcuno che verrá a dirvi che non si può parcheggiare, che è vietato il campeggio sino a chiamare le forze dell’ordine. A tal proposito leggete QUI per conoscere diritti e doveri. Fatta questa premessa, il campeggio libero in Italia è regolamentato con confusione: la gestione del settore turismo è stata trasferita alle Regioni (D. Lgs. 31/3/1998 n. 112) e non tutte hanno stabilito delle norme al riguardo per il campeggio libero. Tanto per farvi un esempio pratico, pensate alla tenda. La parola “campeggiare” è relativa dal momento che si intende mettere la tenda per almeno 48 ore in un posto; ciò significa che montando la tenda solo per la notte, non state campeggiando e quindi quanto non sarebbe concesso, diventa in realtà autorizzato. Anzi per essere precisi il termine “campeggio” in questo caso è inappropriato: quando la tenda è montata solo dal tramonto all’alba è più corretto parlare di bivacco notturno. Questo dovrebbe salvaguardarci da multe salate. Inoltre dove non è approvata una esplicita normativa degli Enti locali, resa nota da cartellonistica, il campeggio libero è ancora possibile. Nei miei viaggi ho individuato alcuni posti dove poter sostare sia in tenda, sia in camper e qualche volta con la caravan. Nella homepage di Liberamente in camper, trovate la mappa con i punti in tutta Italia e Europa.
Ma perché fare campeggio libero in Italia? Innanzi tutto perché è gratuito. Un campeggio italiano in media costa tra i 15 e i 25 euro a notte e a persona e magari non tutti possono permettersi di sopportare questi costi. In secondo luogo la tranquillità di essere da soli: bella la piazzola e belli i vicini di tenda in campeggio, ma meno bello trovare chi in modo esagitato argomenta le proprie convinzioni in materia di politica, calcistica o culinaria. In terzo luogo è la sensazione di libertà il cui senti che le tue orecchie ti chiedono silenzio, i tuoi polmoni aria e i tuoi occhi la semplicità di mangiare senza vincoli o etichette. In una parola come cantava il buon Battisti “tu chiamale emozioni“. Il quarto punto è l’idea di vivere una vacanza wild, on the road in Italia. Perchè fare un semplice cost-to-cost in Basilicata o dalla Romagna alla Toscana, è davvero molto avventuroso, percorrendo le statali e attraversando l’Appennino. In Italia esistono 66 aree Wilderness ovvero la “conservazione” degli spazi naturali attraverso formali impegni di salvaguardia, finalizzati al mantenimento dello stato d’integrità paesaggistica. QUI travate l’elenco di tutte le aree wilderenss in Italia. E all’estero? Il problema non si presenta in Norvegia, Svezia, Finlandia, Scozia e Islanda, dove il campeggio libero è legale, al contrario di nazioni come Germania e Olanda dove le guardie sono severe e intransigenti, oppure paesi come Galles e Inghilterra dove invece il campeggio “selvaggio” seppure illegale è generalmente tollerato.
Non si parla di Francia Spagna Portogallo, che sono le mete più gettonate da noi italiani. Che bello sarebbe avere un portolano delle soste in libera, le varie riviste del settore ormai sono diventate degli sponsor dei campeggi.