Itinerari in ItaliaSette giorni in Piemonte

Sette giorni in Piemonte

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In  Piemonte per vivere una settimana da Re, non solo perchè è una delle zone italiane più ricche di dimore Reali, ma per la ricchezza di storia, enogastronomia e sport. Seguitemi

Piemonte, ovvero ai “piedi dei monti” ed è proprio così, la Regione è circondata a nord e a ovest dalle Alpi. Confina con la Francia e la Svizzera ed è sempre stata una roccaforte di difesa, in particolar modo il suo capoluogo. Un itinerario di sette giorni per conoscere il Piemonte in camper, caravan o tenda per conoscere una terra ricca di storia, enogastronomia e natura. Iniziamo da Torino e dalla sua rinascita culturale e turistica avvenuta dopo le Olimpiadi Invernali del 2006. Due tappe da due giorni e una tappa da tre giorni. Totale chilometri percorsi: 240 km. Indispensabili le scarpe comode, la bicicletta elettrica o lo scooter 

Tappa 1 : Due giorni a Torino, l’understatement sabaudo

In inglese si chiama ” understatement” ovvero  minimizzare ed è proprio la caratteristica che esprime perfettamente lo spirito sabaudo  di Torino. E’ un concetto diametralmente opposto a quello di Milano, dove mentre alla prima della Scala scorrono fiumi di “pellicce” e smoking, al Regio il loden o la mantella di cachemire e il vestito grigio per gli uomini. Credetemi chi come me è nato e cresciuto all’ombra della Mole, sa bene che tutto è racchiuso in un formalismo timido, quasi silente, nello sguardo basso, in una forma di esprimere il lusso in modo mai urlato. Questa prima tappa per conoscere il Piemonte, nasce proprio dal suo elegante e verde capoluogo che non tutti sanno essere la prima capitale italiana e la città con più verde in Italia.

Dove sostare con il camper? Area Camper Grinto

Grinto è l’area camping dove ognuno trova il suo posto. Tutte le piazzole (circa 50) sono adatte per camper e caravan o tende e sono pianeggianti, attrezzate con carico e scarico delle acque direttamente in piazzola e con energia elettrica. Le tende in particolare, hanno un zona che d’estate è coperta con l’ombreggiante e i bagni nel periodo invernale sono riscaldati e con acqua calda gratuita. Tra i servizi compresi nel costo c’è il wifi ovunque nell’area e la possibilità di cenare nell’ottimo ristorante/pizzeria (vi consiglio la pizza rettagolare!!), oppure acquistare la pizza e mangiarvela nel vostro camper. La posizione logistica dell’area camping Grinto è estremamente comoda per raggiungere il centro con la bicicletta, lungo il Po o con i mezzi pubblici. Infine gli amici “pelosi” sono i benvenuti e trovano nell’adiacente Parco delle Vallere, un’ampia zona “dog agility”.

Per maggiori informazioni: http://grinto.it/  Seguitemi nel video per conoscere l’area camping Grinto dal  vivo:

Cosa vedere e cosa fare a Torino in due giorni

Iniziamo con una bella passeggiata in uno dei tanti parchi della città. Vi suggerisco il Parco del Valentino con il Borgo Medievale e poi spingetevi a far colazione percorrendo i portici lungo Via Po e Via Roma sino ad arrivare da

Mulassano, il caffè preferito da Cavour oppure di spingervi sino al Caffè Al Bicerin e gustarvi il Bicerin: in piemontese vuol dire bicchierino ed è la bevanda calda e analcolica riconosciuta come “bevanda tradizionale piemontese” dalla Regione Piemonte e inserita nell’elenco dei  Prodotti Agroalimentari Italiani.  Proseguite la visita nel cuore della città tra il Palazzo Reale e il Duomo, Palazzo Madama chiamato così per la sua splendida facciata disegnata dall’architetto Filippo Juvarra, Palazzo Carignano (sede del primo Parlamento e del Museo del Risorgimento) e la via Garibaldi che è pedonale. Vi accorgerete che Torino nasconde un cuore storico a strati: si inizia dall’epoca romana (con le Porte Palatine) per arrivare sino all’architettura fascista, passando dal Medioevo, al Rinascimento e al Barocco. La sera poi sedetevi a tavola e godetevi uno dei piatti tipici della cucina torinese: due “anciue al verd” in dialetto piemontese, rappresentano un antipasto tipico in cui il saporito pesce azzurro viene arricchito da una profumata salsa a base di prezzemolo, aglio e peperoncino. Seguite il pasto con del Fritto Misto alla Piemontese, uno di quei piatti che vi sorprenderà, perchè composto da elementi dolci e salati:  frittelle di mele, il semolino dolce, gli amaretti, la salsiccia, il fegato la cervella, le costolette d’agnello e la cotoletta impanata. E poi…il piatto per eccellenza della convivialità piemontese! Patrimonio UNESCO la la bagna cauda (bagna calda). Aglio (tanto), alici e latte e si mangia da un’unica pentola posta al centro della tavola e quindi non utilizzare le verdure di contorno come cucchiai e nè usate il pane per bagnare nel sughetto. Infine il dolce che nella pasticceria torinese, la regina è la “mignon”, ovvero piccole paste dolci: paste alla frutta, cannoni alla crema, bignole allo zabaione tutti rigorosamente piccoli da mangiare in un sol boccone.  Dove mangiare tipicamente torinese? Ristorante Porto di Savona  e le Tre galline.

Il giorno successivo per iniziare la giornata con energia, mangiatevi uno dei simboli della città il cioccolatino Gianduiotto. Gustatevelo dopo un buon caffè e quell’unione di nocciola e cioccolato fondente accompagnerà il vostro palato nelle visite dei prossimi tre musei aperti tutto l’anno e che vi consiglio di non perdere.  Il primo è il Museo Nazionale del Cinema, tra i più importanti al mondo per la ricchezza delle collezioni, che si trova all’interno della Mole Antonelliana, monumento simbolo della Città di Torino. A mio parere ciò che rende davvero unico è il suo allestimento: su più livelli espositivi, ti coinvolge con continui e inattesi stimoli visivi e uditivi, proprio come capita quando ci si siede al cinema e si guarda una pellicola che ti emoziona. Vi consiglio di sedervi su una delle poltrone comode e farvi coinvolgere dai suoni e dalle immagini. Poi salite con l’ascensore e godetevi la vista su tutta la città di Torino: dalla collina alle montagne.  Il secondo museo è dedicato ad una delle icone della città: il caffè. Si tratta del Museo Lavazza che permette di percorrere un viaggio sensoriale-emotivo nel mondo del caffè, intrecciando il racconto con la storia della Famiglia Lavazza, con la storia industriale italiana del XX secolo. Ci trovate cinque “gallerie”: Casa Lavazza che riassume oltre 120 anni di storia, La Fabbrica si concentra sulla produzione del caffè, mentre La Piazza ne celebra il rito, L’Atelier racconta le collaborazioni creative dell’azienda e Universo invita a trovare il proprio posto nell’esperienza Lavazza. Il terzo museo è da sempre stato la mia meta preferita, una delle mie passioni più grandi: l’automobile. Si chiama MAUTO, il museo nazionale dell’automobile di Torino ed è nato nel 1932 dall’idea di Cesare Goria Gatti e Roberto Biscaretti di Ruffia. Si trova sulla riva sinistra del Po, poco distante dal Lingotto, questo Museo vanta una delle collezioni automobilistiche più rare ed interessanti. Si trovano qui oltre 200 automobili originali (resto ore a camminare tra le Lancia Stratos, Delta Integrale e le auto anni anni 60, in primis la Fiat Multipla), dalla metà dell’800 ad oggi, di oltre 80  marche diverse, provenienti da diversi paesi tra cui l’Italia, ovviamente, ma anche la Francia, la Gran Bretagna, la Germania, la Polonia, l’Olanda, la Spagna e gli Stati Uniti. Per chi come me ama i motori e le quattro ruote è una tappa obbligatoria.  E quando sarete stanchi, rilassatevi con uno dei riti sabaudi, nato nel XVIII secolo a corte: la Merenda Reale. E’ un appuntamento imperdibile  dedicato agli amanti del cioccolato e per quelli che vogliono provare i tantissimi dolci, biscotti e cioccolatini della tradizione torinese e piemontese.  Ogni week-end, in alcuni caffè della città di Torino si può consumare la Merenda Reale del 700 e quella dell’800. Ma quali sono le differenze? La Merenda Reale del Settecento include una cioccolata calda secondo la ricetta originale (preparata con cioccolato fondente e acqua), dei biscotti tradizionali chiamati “bagnati” da inzuppare nella cioccolata calda, i “diablottini” (piccoli cioccolatini tipici al cioccolato fondente) e torroncini. Quella ottocentesca invece prevede come bevanda calda il mitico Bicerin servito con i biscotti “bagnati” e altri cioccolatini come i cri cri ed i gianduiotti e i nocciolini di Chivasso.

Dove degustare la Merenda Reale: il Caffè Madama, il Caffè di Palazzo Reale, la Caffetteria del Castello di Rivoli e la Caffetteria degli Argenti alla Reggia di Venaria mentre per la Merenda Reale dell’800 ci sono la Gelateria Pepino, il Caffè San Carlo e il Caffè Elena.

Cosa mettere in dispensa in camper o caravan? Sicuramente un pacchetto di biscotti di meliga (tipico biscotto per la merenda, che Cavour amava intingere in un bicchiere di vino di Barolo chinato) e nella borsetta di vostra moglie una scatoletta di pastiglie Leone (quelle alla viola sono un must!). Poi vi suggerisco di fare un salto in una delle librerie storiche della città ( la mia preferita è Luxemburg)  di acquistare un libro sull’unità d’Italia, così riuscirete ad amare ancora di più la bellezza e la storia del nostro Paese)

Tappa 2: Cuneo e la provincia Granda (160 km)

Si chiama provincia Granda per via della sua “grande estensione”,  non ha caso il capoluogo Cuneo dista 90 km dal confine con la provincia di Torino. E’ una terra dove l’enogastronomia, la storia e la natura, sono gli elementi preponderanti. Il vino delle Langhe, il tartufo di Alba, il formaggio di Bra non sono che alcuni esempi che degusterete avendo davanti sua maestà, il Monviso.

Dove sostare: diciamolo subito che la zona del cuneese è camper-friendly ovvero, aree di sosta attrezzate, gratuite e parcheggi ben mantenuti, sono distribuiti in tutto il territorio. Non solo ci sono centri commerciali come il Grandà nella località Madonna dell’Olmo alle porte di Cuneo, che prevedono indicazioni con parcheggi dedicati e l’outlet Mondovicino, di Mondovì con un area dedicata alla sosta anche notturna comprensiva di carico e scarico dell’acqua,ma campeggi e aree comunali. Io vi suggerrisco in particolar modo: Area Camper Cuneo, recentemente inaugurata,  è una piccola quanto comoda area sosta per i camper che si trova all’estremità del parcheggio degli impianti sportivi comunali, di fronte alla Casa del Fiume. Otto posti posizionati in una posizione strategica perché immersa nel Parco fluviale e quindi comoda con le piste ciclabili e gli itinerari podistici e contemporaneamente vicina al centro cittadino. A piedi, attraverso l’ascensore panoramico, si raggiunge Piazza Galimberti (una delle piazze più grandi d’Europa) in meno di 5 minuti.  L’area videosorvegliata è dotata di carico e scarico delle acque, energia elettrica e panche e tavoli per l’area verde. Ecco dove trovare l’area: Piazzale Walther Cavallera, coordinate GPS: 44°23’7.968” N – 7°33’6.045” E. Per maggiori informazioni: Area Camper Parco Fluviale. La seconda sosta è il Camping Comunale Bisalta, aperto tutto l’anno, ha un costo molto competitivo ed è dotato di ristorante, bar e un piccolo market per le prime necessità. Nei mesi più caldi inoltre è ad disposizione anche una piscina molto ampia. La particolarità che lo contraddistingue è la cortesia del personale oltre alla pulizia e l’ordine presente ai servizi comuni. Per visitare le Langhe vi suggerisco due aree camping. Il Camping Sole Langhe a Barolo (CN) aperto tutto l’anno nel cuore delle Langhe. Completo di bar, ristorante, area bimbi e wifi gratuito. Area Camper Il Laghetto a La Morra (CN) l’area è aperta da maggio a ottobre e si trova a La Morra, sul balcone naturale con la vista più bella sulle Langhe.

Cuneo: cosa fare e cosa vedere

Incastonata tra la Liguria, il Monviso e le colline delle Langhe,  Cuneo è una “città a misura d’uomo”. Il suo nome lo deve proprio alla sua forma di “cuneo”, stretta tra i due fiumi: la Stura di Demonte e il Gesso. Vi suggerisco di dividere la giornata al mattino con una bella passeggiata e al pomeriggio in sella lungo l’argine del fiume Gesso per 10 km sino ad arrivare Borgo San Dalmazzo. La città saprà conquistarVi con i suoi palazzi in stile Liberty, i larghi viali e le sue piazze. Senza dubbio l’urbanistica della città aiuta molto ad essere vissuta e visitata con un camper. Gran parte della vita commerciale si svolge nel corso principale: Corso Nizza che è diviso in due parti da Piazza  Galimberti.
Una parte pedonale e una aperta alla viabilità.  La Piazza, grazie alla sua posizione centrale e alle sua grandezza (24.000 metri quadri pari a Piazza Plebiscito di Napoli) è considerata il salotto della città. Intitolata all’eroe della Resistenza Duccio Galimberti, il martedi si anima del grande mercato, molto famoso a tal punto da essere invaso dai “cugini” francesi a causa dei prezzi di acquisto molto competitivi. La piazza, e gli edifici che vi si trovano, sono prevalentemente in stile neoclassico e da qui iniziate la vostra passeggiata nella parte pedonale. Rimarrete favorevolmente colpiti dall’ordine, dal decoro e dalla pulizia dei portici e dei palazzi. Camminerete avendo una vostra guida personale che è rappresentata dai numerosi cartelli esposti lungo i portici. Rimarrete incuriositi dalle strutture dei negozi che, sono ancora realizzate in legno, le vecchie farmacie piene di vasi decorati, le pasticcerie che strabordano di dolci tipici come i “cunesi al rhum”.

Proseguite sino ad incontrare la Torre Civica a base quadrata dove dall’ultimo piano ammirerete un meraviglioso panorama che abbraccia i dolci rilievi delle Langhe sino alla vetta del Monte Rosa e la Cattedrale di Santa Maria del Bosco che per tutti è il Duomo.  Non abbiate paura a percorrere le vie laterali che sono un vera miniera di case d’epoca, corti e piccole botteghe. Tornate verso Piazza Galimberti e proseguite nella parte aperta alla viabilità di Corso Nizza. Questa è la parte più commerciale della città, piena di negozi e di opportunità per lo shopping. Per il pranzo vi suggerisco di perdervi nelle vie intorno alla zona pedonale, che sono ricche di ristoranti e trattorie tipiche.

Dove mangiare a Cuneo? Vi suggerisco Al Bistrot dei Vinai e di non perdervi la Battuta di Fassone al coltello con crema delicata al Castelmagno (formaggio tipico delle valli cuneesi), porri dolci di Cervere in tempura e tuorlo d’uovo impanato e il Tagliere del Goloso che è una selezione di salumi e formaggi del territorio insieme a pan fritto e marmellata. Un altra soluzione meno tradizionale nei piatti, ma di grande effetto per il luogo, è il brunch o l’apericena da Beertola o al Baladin

Il pomeriggio abbandonate il centro, prendete la bicicletta e spostatevi sul parallelo Viale degli Angeli. Da questo punto,  due sono le mete che potrete vivere. Innanzi tutto il parco che circonda Cuneo, con chilometri di pista ciclabile adatta a tutti i livelli e tipi di biciclette e che arriva sino alla cittadina di Fossano. Vivrete la tranquillità e la natura dei due fiumi. L’alternativa è percorrere, sempre in una pista ciclabile ben curata e mantenuta, tutto il Viale degli Angeli sino a raggiungere il Santuario della Madonna degli Angeli. Questo è un antico edificio di culto cattolico, sorto nel Quattrocento, inizialmente come una piccola cappella dedicata alla Madonna delle Grazie. Successivamente, nel 1450, divenne un convento vero e proprio, il primo costruito e dedicato dai Francescani nel territorio piemontese e decorato con episodi della vita di San Francesco d’Assisi. Al suo interno si trovano le reliquie del beato Angelo Carletti da Chivasso e del Venerabile Benigno da Cuneo.

Cosa mettere in dispensa? Sicuramente i famosi cioccolatini Cuneesi che trovate nelle pasticcerie (Bramardi e Arione) affacciate sotto i portici della Piazza Galimberti e la Birra Artigianale Baladin, ma la vera regina della città è la castagna. Nel mese di ottobre viene festeggiata con “la sagra del marrone” e vi consiglio di acquistarla in qualsiasi forma venga presentata. A tavola le castagne possono finire nel castagnaccio o nel più raffinato Montebianco.

Hai un problema con il camper o la caravan? Oppure ti serve un accessorio o ancora cerchi un punto noleggio nelle Langhe? Ti suggerisco Caravanlanghe ad Alba (CN) con un’officina e un punto vendita molto riforniti. E ricordate di dire che “siete amici di Cristiano”

Saluzzo, Bra, Alba e le Langhe. La seconda giornata nella Granda, va vissuta tra le colline delle Langhe e le sue storiche cittadine. Iniziate da Saluzzo, molto famosa per il suo mercato dell’Antiquariato che si svolge la seconda domenica di maggio, giugno, ottobre e novembre. Il camper parcheggiatelo proprio nella grande piazza del mercato. Saluzzo è una cittadella fortificata, dominata dal castello, che conserva un torrione circolare, unica parte rimasta della costruzione quattrocentesca. Fu capitale di un marchesato indipendente per oltre 3 secoli e ancora oggi conserva parti delle mura medievali e del suo splendore. Perdetevi nelle strette vie del centro cittadino, all’ombra di edifici medievali e rinascimentali, piazze e portici. Osservate la cattedrale, in stile tardo-gotico, edificata alla fine del XV secolo e non lasciatevi scappare, il polittico di Hans Clemens, situato nella cappella del SS. Sacramento. Proseguendo per il centro, si giunge alla casa Cavassa, dimora signorile del 1400, ospita oggi il Museo civico di Casa Cavassa, dove si possono ammirare le magnifiche sale, ad esempio quella della Giustizia col bel soffitto.  Lasciate Saluzzo e dirigetevi tra le colline che ospitano i vigneti del Roero e raggiungete Bra.Patria del formaggio e culla dello Slow food, dove ogni due anni a settembre si svolge il Cheese, una rinomata e importante manifestazione di formaggi e enogastronomia a ingresso libero tra le vie e le piazze del centro storico. Dal punto di vista storico, la città è caratterizzata dallo stile barocco e si possono visitare la chiesa di S. Chiara, edificata in forme barocche a metà del ‘700 dall’architetto Bernardo Antonio Vittone, autore anche del palazzo municipale, il palazzo Traversa, che ospita il museo civico di archeologia e storia dell’arte. Per il camper vi consiglio di parcheggiarlo a pagamento, in Piazza XX Settembre a Bra. La terza cittadina è Alba. Famosa per la Fiera del tartufo, la cittadina sorge al centro di un zona famosa per i suoi prodotti enogastronomici che sono il tartufo e il vino. Il cuore storico di Alba, ha una forma circolare che segue la linea delle mura medievali, girando intorno alla piazza del Risorgimento, dove si trova il palazzo comunale ed il Duomo di S. Lorenzo costruito alla fine del ‘400 in stile gotico-lombardo che merita di essere visitato sia all’esterno  per il bellissimo portale strombato si all’interno per gli affreschi del ‘400 e ‘500. Con il camper  ci sono ben 4 sono i parcheggi presenti nella cittadina. Tutti comodi per il centro e illuminati. Piazza Medford, Corso Matteotti e Viale Torino sono a pagamento, mentre il parcheggio in Via G, Ferrero è gratuito. Lasciate Bra e dirigetevi a La Morra considerato il più ben belvedere delle Langhe.

Qui vi suggerisco di recarvi all’Ufficio Turistico per acquisire tutte le informazioni sul territorio, i tour nelle cantine dei vini e le passeggiate tra le vigne. Per iniziare un degustazione di vini vi consiglio la Cantina Comunale della Morra .

Cosa mettere in dispensa? Il primis i biscotti Droneri del forno Cavanna: sono come le ciliegie uno tira l’altro. Poi il vino rosso delle Langhe come il Roero o il Barolo, mentre a Bra non fatevi sfuggire la salsiccia tipica della zona e ad Alba i tajarin (ovvero la pasta sottile e lunga) aromatizzata al tartufo.

Tappa 3: Alessandria, il Roero e il Monferrato (80 km)

L’ultima tappa, si svolge in due giorni tra le colline del Roero e del Monferrato, quella parte del Piemonte a cavallo tra le provincie di Asti ed Alessandria. Un territorio ricco di storia, cultura, tradizioni e paesaggi, che merita di essere visitato con il calma, magari in sella ad una bicicletta. La tradizione e la storia si portano a tavola innaffiate dall’ottimo vino delle colline.

Dove sostare con i camper, la caravan o la tenda. Un punto strategico da cui si possono visitare il Monferrato e il Roero è l’Agriturismo  Amarant che non sono è in grado di accogliere camper, caravan o tende, ma anche turismo in moto, auto e bici perchè dispone di camere e del ristorante. Per quanto riguarda l’area camping, questa è attrezzata con colonnine luce per eventuale allacciamento elettrico, acqua corrente e punto scarico acque grigie e nere. Ci trovate anche i servizi igienici con acqua calda e doccia calda a gettoni. Nell’area sono presenti barbecue e lavandini per il lavaggio delle stoviglie. Infine gli animali sono bene accetti e tutta l’area è coperta da servizio wifi gratuito

In bici da Alessandria a Casale Monferrato

La chiamano la Greenway due cittadelle, la pista ciclabile che collega Alessandria a Casale Monferrato. Una pedalata adatta a tutta la famiglia che si articola  attraversando sei Comuni, con una terreno adatto ad un citybike e in prevalenza pianeggiante. Il percorso è molto ben segnalato con due colori differenti: rosso è la direzione verso Alessandria, mentre verde quella in direzione Casale Monferrato. Si parte dalla Cittadella di Casale, da Bosco di Campo di Marte (112 m slm), seguendo i cartelli si costeggia il Canale Lanza, la ferrovia di fronte all’ ex Collegio San Carlo. Sulla Via Roma chiusa al traffico, trovate un punto rifornimento acqua, utile come prima sosta. Poi proseguite per il Comune di Borgo San Martino, lo attraversate e proseguite sino a Occimiano. Qui davanti al Municipio trovate il secondo punto acqua. Ripartite dirette a Mirabello e per chi vuole spezzare con uno spuntino davanti al Municipio di Mirabello, nella Piazza centrale, trovate un Bar/Ristoro (con prezzi speciali per Ciclisti sulla Greenway). Proseguite seguendo le indicazioni, superate la Zona Industriale e arrivate a  Regione Valdolenga. Parte qui un  tratto di salita un po’ impegnativa (163 m slm), ma nulla che non si possa fare con un buon cambio oppure una e-bike. Arrivate a San Salvatore, attraversate il centro e la piazzetta dedicata a Alfonsina Strada, la ribelle ciclista in gonnella che sfidò i campioni al Giro d’Italia uomini del 1924. A questo punto qui inizia la Strada dell’Inferno,ma non vi preoccupate è un tratto a basso traffico di auto. Pochi chilometri e sarete arrivati alla Cittadella di Alessandria (93 m slm). La particolarità è che nei giorni feriali è possibile tornare tramite servizio di treno+bici.

Nizza Monferrato, Canelli e gli Infernot

Se amate il buon vino questa tappa fa per voi perchè siete al confine tra le due province di Asti e Alessandria, in un territorio ricco di cultura vitivinicola. La prima cittadina è Nizza Monferrato chiamata la citta della Barbera e che comprende i Comuni di Montegrosso, Mombercelli, Agliano, Castelnuovo Calcea, Vinchio e Vaglio Serra. La seconda è Canelli famosa per  l’Asti spumante e che comprende i Comuni di Santo Stefano Belbo e Calosso. Infine il Monferrato, Canelli).Infine il l Monferrato degli Infernot che comprede i Comuni di Cella Monte, Ozzano Monferrato, Sala Monferrato, Rosignano Monferrato, Ottiglio, Olivola, Frassinello Monferrato, Camagna Monferrato e Vignale Monferrato.  Prima di girare la chiave per accendere il motore del camper, occorre che pianificate le visite in modo mirato nelle cantine. Un grande supporto arriva proprio dal portale Paesi Vitivinicoli. Considerate ad esempio, che solo “Nizza Monferrato e il Barbera”, conta 880 vigneti coltivati prevalentemente a Barbera, 229 aziende vitivinicole specializzate nella produzione del vino Barbera D.O.C.G., una cantina cooperativa di Vinchio e Vaglio Serra ed infine l’Enoteca Regionale di Nizza.  Analogo discorso per il vino Asti Spumante che grazie al continuo miglioramento delle tecniche di coltivazione e lavorazione del vitigno Moscato Bianco, oggi si ottiene lo spumante italiano in cui Canelli è la capitale per la produzione. Infine il Monferrato che grazie all’uso diffuso della “Pietra da Cantoni”, un’arenaria presente unicamente in questa porzione di territorio, ha dato origine all’Infernot. Ovvero strutture, site al di sotto delle comuni abitazioni e utilizzate per la conservazione delle bottiglie. Gli Infernot costituiscono delle vere opere d’arte nate dalla tradizione contadina e dalla perizia di mastri cantonieri. Il vitigno principale di questo territorio resta sempre il vino rosso Barbera, vinificato principalmente come Barbera del Monferrato diverso dalla Barbera d’Asti per le differenti tecniche di vinificazione con cui si ottengono i due vini.

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