Influencer: perchè non amo questa definizione del mio lavoro
“Influencer”. Non ho mai amato questa definizione del mio lavoro tanto è vero che rispondo con ironia “preferisco bronchiter” e sapete perché?
Perché c’è sempre stata quella persona con una caratteristica sopra la media, qualcosa che lo fa emergere e da cui le persone si ispirano o si allontanano. Una volta si diceva “è alla moda” e quindi gran parte delle persone imitavano quel modo di vivere, quel vestito, quel taglio di capelli: pensate solo ai baffi di Clark Gable, copiati da milioni di uomini per decenni o all’orologio indossato sul polsino della camicia dall’avvocato Agnelli. Di base però c’era che quella persona svolgeva un lavoro: attore, cantante, scenografo, stilista, cuoca, imprenditore e persino delinquente come il bello Vallenzasca. Oggi la figura di influencer è stata sdoganata da Chiara Ferragni come professione e così emergono anche nell’ambiente del caravanning, ogni giorno influencer che vivono e viaggiano in camper, in caravan o con la tenda.
Ciò che noto sempre più spesso è la mancanza di responsabilità delle proprie azioni o parole pronunciate. Eppure non è difficile da capire che se emergi per una tua caratteristica, hai la responsabilità civile e sociale verso chi ti segue o emula le tue azioni, di dire e fare comportamenti che non violano le regole o le norme, che non offendano il prossimo. Ma l’influencer per poter avere successo deve avere “follower e like” e come si ottengono? In due modi: o lavorando costantemente, ogni santa ora del giorno e spesso della notte a foto, video, articoli, post oppure facendo parlare di sè. E non importa in che modo, basta che si parli. A questo punto subentra la domanda che ogni persona dovrebbe porsi: quando vale la tua reputazione e la tua dignità? Perché tutto gira attorno a questa domanda, quanto sei disposto a calpestare della tua persona, del tuo aspetto fisico, della tua reputazione per arrivare ai like e follower?
Oggi Giulia Torelli, ha deciso che la sua reputazione di “influencer nel riorganizzare gli armadi di casa” e il senso di responsabilità verso il prossimo, abbiano il prezzo di un video di 30 secondi in cui afferma “i vecchi devono stare a casa immobili con le mani, non votare, tanto hanno già votato gli altri anni e sanno solo quello che vedono dai TG“. Si cara Giulia, con questo post/editoriale del mio canale Social e Blog, spingerò i lettori a vedere il tuo video e quindi avrai raggiunto il tuo obiettivo, ma da “vecchio” credimi che, un giorno non tanto lontano, quando ti distenderai a letto e proverai a sputare, ti accorgerai che lo sputo invece di scomparire, ritornerà sul tuo volto”.
QUI di seguito il link del video:
https://www.tiktok.com/@catastrofeducativa/video/7148143809468157190?is_copy_url=1&is_from_webapp=v1&lang=it-IT&q=giulia%20torelli&t=1664371156332