Tre tappe in Sardegna, con camper o caravan o tenda. Partenza da Olbia
Avete solo sette giorni e volete visitare la Sardegna? Se pensate che siano pochi, sedetevi comodi e vi porto a scoprire 3 tappe che uniscono tradizione, cucina e natura selvaggia. Prima però di iniziare è fondamentale farvi un preambolo sul servizio offerto dalle compagnie dei traghetti. Personalmente non amo molto la vita di nave in particolar modo nei traghetti, ragion per cui Vi suggerisco di prendere eventualmente la tratta più breve ad esempio Piombino – Olbia, 5 ore e mezza. Oppure di individuare le tratte che vengono offerte dalle varie compagnie con il servizio camping on board.
Questo servizio permette di trasformare il camper o la roulotte in cabina ad esempio, per le attraversate lunghe di 8-12 ore. Nel conteggio dei costi considerate il costo della nave rispetto a quello dell’autostrada e del carburante.
Se poi non avete il camper, ma sognate una vacanza on the road in Sardegna, contattate Sardinia by Van. E’ sufficiente un volo o un passaggio in nave con la vostra auto o a piedi e troverete il Van a Sassari o Olbia disponibile con tutta l’attrezzatura (coperte e lenzuola, vettovaglie e pentole e asciugamani.
Fatta questa premessa, sbarcando a Olbia partiamo per la prima tappa: Bosa e la costa nord ovest.
Tappa 1: Olbia SS – Bosa OR distanza 150 km
Partendo da Olbia dirigetevi verso Alghero per poi scivolare lungo la costa e arrivare fino a Bosa. La strada che andrete a percorrere da Alghero verso sud è un vero tripudio di scogliere e vegetazione mediterranea. Lungo il percorso non sarà difficile individuare una fontana pubblica dove poter fare eventuale carico di acqua. Indossate un paio di scarpe da trekking e il costume nello zaino e fermatevi per scendere in una delle tante spiaggette: sarete isolati e circondati da una vegetazione selvaggia. La destinazione della tappa è Bosa (borgo storico d’Italia) una località turistica molto rinomata per la Festa della Birra che si svolge ad aprile e per il suo Castello medievale. Quest’ultimo merita almeno due ore di visita. Per la notte fermatevi alla Casa del Vento: non aspettatevi una sosta con i servizi, bensì un ottimo ristorante dove pranzare su una terrazza naturale e poi parcheggiare il camper o la roulotte nel parcheggio a picco sulla scogliera e godervi un tramonto mozzafiato. Il giorno successivo godetevi il mare alla marina di Bosa (5 vele Legambiente): la grande spiaggia lunga più di un chilometro, si trova subito a sud del porto turistico e delle abitazioni della frazione costiera della città medievale di Bosa, il centro più importante della Planargia. È la spiaggia ideale per una giornata in totale relax, perfetta per famiglie con bambini, grazie anche a servizi come stabilimenti balneari con noleggio attrezzatura e natanti, luoghi di ristoro, escursioni in barca e immersioni subacquee. Qui potrete praticare numerosi giochi da spiaggia e sport del mare, come kite e wind surf.
Tappa 2: Bosa – Nuraghi Tamuli – MURATS Museo unico regionale dell’arte tessile sarda Samugheo OR – Museo delle Maschere Mediterranee Mamoiada NU; distanza 200 km
Per questa seconda tappa, faremo un tour nella storia e nella tradizione sarda. Partendo da Bosa dirigetevi verso l’Area Archeologica Tamuli. Un tragitto che durerà circa 45 minuti tra campagne e piccoli borghi sino ad arrivare all’area archeologica di Tamuli, situata nella regione del Marghine, nella Sardegna centro settentrionale. Si tratta di uno dei complessi nuragici più suggestivi dell’isola. Ne fanno parte tre tombe dei giganti, un nuraghe ed un villaggio, risalenti al Bronzo Medio e Recente (XVI-XIII sec. a. C.). Tra le tombe, quella più importante è la tomba I. Lungo la fiancata sinistra della tomba sono disposti sei betili di forma conica, tre maschili e tre femminili, conosciuti localmente col nome di pedras marmuradas. I tre di maggiori dimensioni, provvisti di due bozze a forma di mammelle, rappresentano l’elemento femminile; gli altri tre, completamente lisci, simboleggiano l’elemento fallico maschile. Tutt’intorno al nuraghe si sviluppa il villaggio, nel quale sono ancora perfettamente integre sei capanne, con pianta ovale allungata e copertura formata da lastre piatte, sistemate così dai pastori utilizzando le pietre di crollo delle sottostanti capanne circolari. L’area è aperta tutti i giorni, con orario continuato dalle 9.30 fino a 30 minuti prima dell’imbrunire Per info: 347 9481337 o info@esedraescursioni.it. Terminata la visita vi suggerisco di fare pranzo lungo la strada all’ombra di un bosco per poi proseguire verso il MURATS Museo unico regionale dell’arte tessile sarda Samugheo OR. Il Museo nato con la volontà di recuperare e conservare la memoria storica tessile della Sardegna si articola in una nuova costruzione su due piani articolata in vari ambienti. Le sale espositive, per un totale di circa 750 mq, ospitano la collezione permanente del Museo, composta da un corposo numero di manufatti provenienti da diverse parti dell’Isola: coperte, lenzuola, tappeti, bisacce e teli per la campagna, abbigliamento per il pastore, costumi tradizionali per le feste e strumenti tra i quali telai tradizionali in legno, attrezzature e strumenti vari per la tessitura, capi samughesi di abbigliamento giornaliero e festivo, preziosi manufatti tessili del Settecento, realizzati artigianalmente in lana, cotone e lino. Sin qui le notizie “istituzionali”, ma vi suggerisco di chiedere della guida Antonella e di fermarvi ad ascoltare le parole con cui vi racconta le storie delle donne di Samugheo.
La giornata sta volgendo al termine e vi suggerisco di portavi nel cuore della Barbagia a Mamoiada (NU). Questa zona è davvero un territorio per chi ama la sosta libera: boschi e grandi prati. Se invece desiderate una sosta organizzata il Camping Supramonte con piscina, può essere la sosta ideale. Non aspettatevi un vero campeggio, ma piuttosto una sosta camper con servizi di carico e scarico. Il giorno successivo dopo una buona colazione, dirigetevi al Museo delle Maschere Mediterranee . Ubicato a Mamoiada, centro noto per la sua pittura murale, deve parte del suo fascino a un’invidiabile posizione geografica, svettando grazie alla sua altitudine media di 650 metri sul livello del mare. Conta poco meno di duemilacinquecento abitanti, e la sua fama è dovuta soprattutto alla suggestiva tradizione del suo Carnevale. Si tratta di una delle più antiche celebrazioni popolari dell’Isola e ha per protagonisti Mamuthones e Issohadores. E sono proprio questi protagonisti che vedrete dal vivo al Museo delle Maschere. Vi suggerisco di seguire il percorso delle visita che inizia con una sequenza di immagini, accompagnate da testi, musiche e suoni, che vi introdurrà alle tradizioni di Mamoiada e del suo Carnevale. Un modo di raccontare le origini e il significato dei Mamuthones e degli Issohadores, e le numerose teorie che nel tempo hanno tentato di ricostruirne le origini. La visita prosegue poi per la Sala del Carnevale barbaricino, dove si trovano esposte alcune delle più importanti maschere del centro Sardegna, per poi arrivare alla Sala del Mediterraneo. Qui, in una ripartizione che distingue fra l’arco alpino, la penisola iberica e quella balcanica, sono presentate le immagini che ne raccontano i carnevali. Terminata la visita, fermatevi a visitare Mamoiada per acquistare i prodotti caseari, i salumi e i vini prodotti a km 0 e Orgosolo con i suoi murales. Il primo murales in assoluto fu firmato nel 1969 dal collettivo anarchico Dioniso. I vicoli, le piazze e i palazzi di Orgosolo costituiscono oggi un museo a cielo aperto, sono tutti coloratissimi e partecipano in maniera attiva alla memoria della città.
Tappa 3: Orgosolo – Ogliastra e BariSardo distanza 70 km
Dopo storia, tradizione, enogastronomia, l’ultima tappa spetta al mare. Vi porto in Ogliastra a caccia di spiagge. A Barsardo dove tra le due torri quella di Bari e quella Aragonese, sorge la spiaggia della Torre, lunga ben otto chilometri e larga cento metri. La spiaggia della Torre di Barì è divisa in due parti dal promontorio roccioso: la parte settentrionale della spiaggia, caratterizzata da una sabbia a grani grossi dal colore dorato e la parte a sud, caratterizzata da sassolini e sottile sabbia bianca, chiamata mari de is feminas, perché ospitava le bagnanti, secondo una distinzione nata nel Dopoguerra quando i due tratti erano frequentati separatamente da uomini e donne. Non meno imperdibile la spiaggia di Cea, costantemente inserita tra i dieci tratti costieri da visitare ‘obbligatoriamente’ nella terra della longevità. Sabbia bianca e morbida, quasi impalpabile, fondale basso, ideale per famiglie con bambini, scogli levigati e luce del sole che risalta le sfumature smeraldine del mare sono le caratteristiche di una spiaggia incantevole che si distende per più di un chilometro a partire da capo Bellavista. Ideale luogo per pernottare è il Camping Village L’ultima Spiaggia: qui potete scegliere tra bungalow, Glamping e piazzole tradizionali per camper, caravan e tende.