Un caravan Weinsberg nello spazio? Serena e Michele, due Designer di Prodotto, ci raccontano come un caravan può approdare nello spazio
Come ogni buon giornalista ha le sue fonti, anche un travel blogger, ha le sue spie e in questo caso è Lady Caravan. E’ un sabato sera e mi arriva un whatapp ” sei pronto per andare nello spazio?“. Così inizia il mio contatto con Serena e Michele, due Design di Prodotto dello studio Cronchi Design che con il progetto ExoSpaceHab Express, portano un caravan Weinsberg va nello spazio. Se siete curiosi, seguitemi nelle prossime righe.
1) Chi sono Serena e Michele?
Mi chiamo Serena Crotti e, insieme al mio collega e amico Michele Zanchi, costituiamo un duo creativo. Siamo entrambi Designer di Prodotto, laureati al Politecnico di Milano, entrambi nati nel 1997, e lavoriamo come progettisti indipendenti all’interno del nostro studio, Cronchi Design. La nostra attività si occupa sia di Design Industriale che di Comunicazione e Visual. Collaboriamo su numerosi progetti che spaziano dal mondo del prodotto, dell’Interior e della Comunicazione. In particolare, abbiamo avuto l’opportunità di lavorare al progetto ExoSpaceHab-X per Lunex EuroMoonMars ed EuroSpaceHub, due importanti organizzazioni attive nel settore della ricerca aerospaziale.
Da circa due anni, sono coinvolta nel settore della progettazione aerospaziale, avendo condotto il mio lavoro di tesi di Laurea Magistrale al Politecnico di Milano, Scuola del Design, in collaborazione con Lunex EuroMoonMars, nel settore del Design per lo Spazio.
2) Come si chiama il progetto e come nasce ?
Il progetto, come anticipavo, si chiama ExoSpaceHab Express, abbreviato ExoSpaceHab-X. Si tratta di un progetto speciale che rientra nel settore aerospaziale. Più nello specifico, si tratta di un simulatore di missioni spaziali sulla Terra, all’interno del quale saranno condotti esperimenti per studiare gli effetti del confinamento su astronauti “terrestri”. Questi astronauti vengono chiamati Analog Astronauts e, durante apposite simulazioni, sperimentano la vita all’interno di basi spaziali, ma… tenendo sempre i piedi per Terra! Il progetto è stato finanziato e svolto per EuroSpaceHub e Lunex EuroMoonMars, entrambi impegnati nella ricerca aerospaziale e nelle simulazioni con studenti-astronauti all’interno di apposite basi. In questi simulatori vengono studiati gli effetti della vita in assenza di luce solare, entro spazi limitati e con dinamiche di gruppo particolari, al fine di valutare gli effetti che queste condizioni hanno sulle performance e sulla qualità della vita dei futuri astronauti. Tenete presente che un viaggio verso Marte durerà circa sei mesi di andata e sei di ritorno in condizioni di vita estreme per l’equipaggio!
L’idea iniziale del progetto era quella di creare una navicella spaziale trasportabile, utilizzabile da Lunex ed EuroSpaceHub per offrire servizi a università ed enti interessati. La richiesta di progettare un modulo spaziale trasportabile mi è stata inizialmente posta dal CEO e fondatore di Lunex, il Prof. Bernard Foing (Senior Scientist all’Agenzia Spaziale Europea e “padre” della missione SMART-1, la prima missione europea sulla Luna). La versione del progetto che vedete ora, realizzata trasformando completamente gli interni di un caravan di seconda mano, è nata successivamente ma si ispira alla visione originaria del Prof. Foing. Insieme a Michele, nelle nostre qualità di progettisti, ci siamo occupati di tutti gli aspetti del progetto per Lunex EuroMoonMars: dal concept iniziale alla realizzazione della trasformazione vera e propria, nel corso della quale abbiamo convertito un semplice caravan in una vera e propria navicella spaziale.
3) Perchè vi siete ispirati al mondo del caravan?
Come dicevo prima, il progetto è nato dalla volontà di realizzare un modulo facilmente trasportabile da un centro di ricerca all’altro, a costi contenuti. Mi sono chiesta: quale modo migliore se non sfruttare un caravan esistente? Dal punto di vista progettuale, partire da un caravan presentava numerosi vantaggi: il trasporto a basso costo con qualsiasi vettura dotata di gancio di traino, gli impianti integrati e la massima flessibilità d’uso. Oltre alla trasportabilità, il caravan presentava numerose analogie con le basi spaziali che volevamo simulare: in primis gli spazi ridotti al minimo e la necessità di coniugare molteplici funzioni abitative all’interno di uno spazio estremamente ridotto. Il compito del Designer dello Spazio è infatti quello di studiare soluzioni per incrementare il benessere degli astronauti all’interno dell’ambiente confinato in cui essi vivono, lavorano, dormono e mangiano, in spazi ridotti all’osso.
4) Quali sono le caratteristiche principali del progetto?
Il progetto ricrea una piccola base lunare, all’interno della quale è possibile condurre simulazioni di missioni spaziali con un equipaggio di 4 persone. La base lunare ospita tutte le zone tipiche delle future basi che potremmo vedere sulla Luna (e in prospettiva su Marte!): una zona abitativa (che include un piccolo spazio living, i quartieri personali dell’equipaggio e i servizi igienici), una zona laboratorio (dove effettuare esperimenti scientifici e utilizzare gli strumenti), ampie zone di stoccaggio per le risorse, una zona dedicata allo sport (poiché agli astronauti è richiesto di praticare sport per circa due ore al giorno per mantenersi in salute in condizioni di microgravità), una piccola area ricreativa e un airlock simulato. A livello strutturale, la base lunare si compone di una zona ricreata all’interno di un caravan Weinsberg, che è stato totalmente trasformato, e di una zona gonfiabile, che “abbraccia” esternamente il caravan e che ne raddoppia il volume utile internamente. Il gonfiabile è stato realizzato dall’azienda “Nasoallinsù” di Varese, specializzata nella produzione di componenti gonfiabili. Il modulo è ottimizzato per sviluppi futuri: il gonfiabile presenta infatti un connettore che consentirà, in futuro, di mettere il modulo attuale in collegamento con un altro modulo. Nel corso del progetto abbiamo cambiato totalmente aspetto agli interni del caravan, sia per ragioni estetiche che funzionali. Gli interni sono stati integralmente ripitturati di bianco, le finestre sono state oscurate per consentire l’isolamento necessario durante le missioni e abbiamo inoltre installato un sistema di luci smart. Le luci ricreano la luce naturale all’interno e consentono inoltre di personalizzare gli ambienti a seconda del mood degli astronauti. Zone di storage sono state installate sia a parete che a soffitto, per sfruttare al meglio le superfici disponibili. Partizioni per creare privacy sono state installate nei quartieri privati, per consentire a ciascun astronauta di vivere gli interni con la giusta intimità. Questi sono solo alcuni degli aspetti del progetto, che ha avuto la durata di circa sei mesi, tra concept e realizzazione.
5) Quali ostacoli avete incontrato durante la realizzazione del progetto ?
Nel corso del progetto, come in tutti i progetti, non sono mancati alcuni momenti di difficoltà. Ora è bello poterli raccontare “a cose fatte”! Diciamo che nella fase iniziale, la sfida maggiore è stata riuscire a re-immaginare gli spazi interni convivendo con i vincoli preesistenti, dati dall’architettura del caravan stesso. L’obiettivo era infatti comunicare un’estetica spaziale e trasformare gli interni del caravan in modo che non fosse più riconoscibile come un “oggetto terrestre”. C’erano poi vincoli funzionali e di dimensioni: in uno spazio molto ridotto, pensato per il living, era necessario ricavare anche ampie zone di lavoro per il laboratorio. Queste zone sono infatti fondamentali nel corso delle simulazioni spaziali. Grazie all’utilizzo di strumenti di progettazione 3D e rendering, è stato possibile studiare in dettaglio l’effetto finale da proporre a Lunex ed EuroSpaceHub prima di procedere con la fase esecutiva. Durante i lavori, la fase più faticosa per noi è stata quella iniziale, durante la quale abbiamo provveduto a tinteggiare di bianco tutti gli interni. L’idea progettuale era concepire gli interni come una tela bianca, da personalizzare con un sistema di illuminazione smart. Perciò, abbiamo dovuto procedere a scartavetrare e riverniciare tutte le superfici interne. Inutile dirlo, è stato un lavoro molto lungo e faticoso, ma ne è valsa la pena!
6) Quale sarà il futuro di questo progetto e quali sogni nel cassetto avete?
Il progetto ExoSpaceHab-X è ora concluso, ma, come si suol dire, questo è solo l’inizio! Già all’inizio di settembre, l’habitat spaziale sarà utilizzato nel corso di eventi co-organizzati con la città di Padova, luogo nativo del genio spaziale italiano, Galileo Galilei. Successivamente, Lunex ed EuroSpaceHub lo porteranno in giro per l’Europa, presso centri di ricerca e università vicini al mondo aerospaziale. Qui, il simulatore sarà utilizzato sia per eventi di divulgazione scientifica sia per condurre vere e proprie simulazioni con astronauti terrestri, le analog missions. Per quanto riguarda noi come progettisti, supporteremo gli eventi del modulo nelle prime fasi e ci auguriamo che in futuro ci sia la possibilità di realizzare un secondo esemplare di ExoSpaceHab-X, da collegare al primo per creare un Villaggio Lunare.
Questo progetto ci ha avvicinato al mondo dei camper e dei caravan, trasmettendoci entusiasmo per questo territorio così unico e ricco di sfide. Per dei designer come noi, è affascinante e stimolante dal punto di vista creativo dover convivere con i vincoli degli spazi ridotti, per creare mondi abitativi unici e scenari speciali per chi li vive. Ci auguriamo che questo progetto ispiri altre persone a “trasformare” il proprio caravan o camper, magari oggi un po’ datato, per dargli una seconda vita. E se scegliete di intraprendere questo percorso, ci proponiamo di affiancarvi come progettisti per seguirvi passo dopo passo in tutto il progetto.
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